27/05/2024

Logopedia per bambini in età evolutiva: cos’è e quando serve

By MomCamp

La logopedia è una disciplina che si occupa dello studio, prevenzione, valutazione e trattamento dei disturbi della comunicazione, del linguaggio, della voce e delle funzioni orali. Nei bambini in età evolutiva, il ruolo del logopedista diventa particolarmente importante per identificare e trattare eventuali difficoltà che possono emergere nei primi anni di vita.

Molti genitori si trovano a dover affrontare dubbi e preoccupazioni riguardo lo sviluppo linguistico dei loro figli. Capire quando è il momento di rivolgersi a un logopedista può fare una grande differenza nella crescita comunicativa e sociale del bambino. Questo articolo offre una panoramica completa su quando e perché è utile cercare il supporto di uno specialista, illustrando le tappe del linguaggio, i segnali di allarme e il ruolo fondamentale del logopedista.

Disturbi trattati dalla logopedia

In Italia il 7,6% della popolazione infantile, soffre di Disturbo Primario del Linguaggio (DPL). Tuttavia, non tutti questi bambini riescono a ricevere le necessarie cure riabilitative da parte dei logopedisti. Le difficoltà legate al DPL sono spesso più evidenti nella lettura e nella scrittura, ma le conseguenze possono estendersi alle relazioni sociali. I bambini e gli adolescenti con DPL possono avere problemi di conversazione e interazione con i coetanei, rendendoli vulnerabili al bullismo.

Questo può portare a un aumento significativo del rischio di ansia e depressione, rispettivamente sei e tre volte superiore alla media. Per questo motivo, è essenziale sensibilizzare su questo disturbo del neurosviluppo, come sottolineato da dieci punti elaborati dalla Federazione Logopedisti Italiani.

I disturbi del linguaggio e della comunicazione possono essere sia isolati che parte di quadri clinici complessi. Tra i disturbi più comuni trattati dalla logopedia ci sono i ritardi e disturbi del linguaggio, che possono interessare sia la produzione che la comprensione del linguaggio. Altri disturbi frequenti sono la balbuzie, i disturbi della voce, le disprassie verbali e disartrie, i disturbi socio-comunicativi e pragmatici, e i disturbi della comunicazione scritta. La logopedia interviene anche in caso di disturbi legati alla deglutizione e alle funzioni orali, che possono manifestarsi già in età precoce.

Le tappe del linguaggio nei bambini

Il linguaggio dei bambini si sviluppa seguendo tappe ben precise. A 6 mesi, i bambini iniziano con la lallazione, producendo suoni ripetuti in modo ritmico. A 9 mesi, iniziano a comprendere parole semplici come “no” e “ciao”. Tra i 12 e i 18 mesi, pronunciano le prime parole come “mamma” e “papà” e iniziano a capire semplici richieste. A 18 mesi, il vocabolario del bambino raggiunge le 50 parole.

Il periodo tra i 17 mesi ed i 2 anni è cruciale per lo sviluppo del linguaggio. In questo periodo infatti si verifica la fase di esplosione del vocabolario con una crescita esponenziale del lessico e una maggiore capacità di esprimersi. Il bambino comincia a effettuare le prime combinazioni di parole, come “io acqua”. A 3 anni, i bambini costruiscono frasi più complesse non solo dal punto di vista del vocabolario ma soprattutto dal punto di vista grammaticale. Tra i 3 ed i 4 anni il bambino esprime correttamente quello che pensa!

Quando iniziare a preoccuparsi per lo sviluppo del linguaggio nei bambini

Il percorso di acquisizione del linguaggio varia da bambino a bambino, ma ci sono delle tappe di sviluppo che generalmente tutti seguono. È importante monitorare queste tappe per individuare eventuali ritardi. Se un bambino non inizia a lallare (produrre sequenze di sillabe ripetute) tra gli 8 e i 10 mesi, potrebbe essere un primo segnale di ritardo. Un altro indicatore è l’assenza di prime parole entro i 12-18 mesi.

I genitori dovrebbero prestare attenzione anche all’uso dei gesti per comunicare, che dovrebbero essere presenti tra i 12 e i 18 mesi. Un vocabolario ridotto, con meno di 50 parole a 24 mesi, o la difficoltà nel formare frasi semplici a 30 mesi, possono indicare la necessità di una valutazione specialistica.

È consigliabile consultare un logopedista anche se il bambino non inizia a parlare a 2 anni, non si esprime in modo comprensibile dai 3 anni in poi, produce un numero limitato di suoni, cambia l’ordine delle lettere nelle parole, balbetta, non deglutisce bene, non si concentra, o ha difficoltà nella coordinazione motoria.

Ruolo del logopedista e fasi dell’intervento

Il logopedista svolge un ruolo centrale nel diagnosticare e trattare i disturbi del linguaggio. In collaborazione con neuropsichiatri e psicologi, il logopedista raccoglie informazioni sullo sviluppo psicomotorio e linguistico del bambino e conduce test specifici.

La presa in carico del paziente può essere diretta, con trattamenti personalizzati, o indiretta, con consigli comunicativi per la famiglia e follow-up periodici. L’intervento inizia con una anamnesi accurata, seguita da osservazioni in situazioni di gioco. Se emergono indicazioni di ritardi o rischi, si procede con una valutazione approfondita e si sviluppa un progetto di intervento su misura.

Il coinvolgimento dei genitori nel trattamento logopedico

I genitori giocano un ruolo fondamentale nel trattamento logopedico dei bambini. La loro partecipazione attiva è determinante per il successo del percorso riabilitativo. Il logopedista fornisce strategie psicoeducative per migliorare la comunicazione con il bambino, come parlare lentamente, fare pause lunghe per permettere al bambino di rispondere, variare la prosodia e non chiedere al bambino di ripetere ma di rimodellare ciò che ha detto. I genitori devono essere pazienti e consistenti nell’applicare questi consigli a casa, creando un ambiente favorevole allo sviluppo linguistico.

Ambiti di intervento della logopedia

La logopedia copre una vasta gamma di disturbi legati alla comunicazione, al linguaggio, alla voce e alle funzioni orali. I disturbi trattati includono difficoltà di articolazione, disturbi dell’organizzazione fonologica e grammaticale, balbuzie, disprassie verbali e disartrie, e disturbi socio-comunicativi.

Si occupa anche di problemi legati alla sordità, ai disturbi dello spettro autistico, e ai disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) come dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia. Ogni caso richiede un approccio personalizzato e multidisciplinare, coinvolgendo diverse figure professionali per fornire un supporto completo al bambino.

La prima visita dal logopedista

Abbiamo chiesto alla logopedista Silvia Mari, che si occupa di logopedia a Roma, in cosa consiste la prima visita. Ci ha risposto che, dopo una prima conversazione telefonica con i genitori volta a conoscere le tappe dello sviluppo linguistico del loro bambino, le difficoltà e le loro preoccupazioni “la prima visita nel suo studio consiste in un momento di acquisizione di ulteriori informazioni, conoscenza e valutazione del bambino o della bambina. La valutazione di bambini e bambine avviene sempre in un contesto ludico e sereno che permette di acquisire il maggior numero di informazioni possibili dal punto di vista della comprensione del linguaggio, dell’espressione del linguaggio, della produzione dei suoni e, quando necessario, una valutazione attenta dei prerequisiti del linguaggio e delle competenze metafonologiche, ovvero i prerequisiti della letto-scrittura. Tipicamente, durante la prima seduta, non si discutono i risultati emersi di fronte al bambino o alla bambina e, dunque, è necessario un incontro con i soli genitori di restituzione dei risultati e delle osservazioni raccolte in modo da fornire indicazioni su come procedere.“.

La dottoressa Mari ha sottolineato anche l’importanza di un approccio dettagliato durante la valutazione iniziale, che spesso include l’osservazione del bambino in situazioni di gioco anche con i genitori. Questo permette di vedere come il bambino interagisce e comunica in un contesto naturale. In alcuni casi, può essere consigliato di aspettare ulteriori sviluppi o di effettuare altre visite specialistiche, come quelle con l’otorinolaringoiatra o il neuropsichiatra infantile, per ottenere un quadro completo delle condizioni del bambino. La collaborazione tra diverse figure professionali è spesso necessaria per sviluppare un piano di intervento efficace.

 

Come si svolge una seduta di riabilitazione logopedica

Le sedute di riabilitazione logopedica sono progettate per stimolare le competenze linguistiche del bambino attraverso attività ludiche e mirate. Ogni seduta dura solitamente dai 30 ai 50 minuti e utilizza materiali specifici come tesserine, schede con immagini, giochi da tavolo, libri illustrati, e software al computer.

Il logopedista sceglie le attività in base alle difficoltà specifiche del bambino, lavorando per migliorare la produzione dei suoni, la comprensione del linguaggio e le abilità comunicative in generale. È fondamentale instaurare un rapporto di fiducia con il bambino, evitando situazioni di stress e frustrazione, e coinvolgendo i genitori nel processo per garantire che i progressi fatti in studio siano sostenuti anche a casa.