Bambini
01/01/2021

Nomi femminili inglesi e nomi maschili inglesi: quali sono i più belli

By MomCamp

I nomi inglesi, maschili o femminili che siano, al giorno d’oggi sembrano essere molto gettonati tra i neo genitori.

Sarà forse un effetto della globalizzazione, il desiderio di ricalcare le abitudini dei vip di casa nostra, oppure ancora una semplice questione di gusto: fatto sta che il fenomeno è talmente diffuso da poter parlare ormai di moda, di tendenza.

Nomi femminili inglesi

I nomi inglesi da destinare alle bimbe sono molti e spesso richiederebbero, andando oltre la semplice traduzione nella nostra lingua, di approfondire il loro significato letterale per poter essere davvero apprezzati dai più restii ad imporre ai piccolini, o in questo caso alle piccoline, un nome straniero.

Molto diffuso ad esempio è Emily che, aldilà della traduzione letterale in Emilia, ha il significato di “cortese e gentile”. Soprattutto i genitori che subiscono il fascino della corte inglese, non esitano a scegliere poi per le loro figlie i nomi Elizabeth, Megan, Kate e le varianti Karen e Catherine, i cui significati sono rispettivamente quello di Elisabetta (cioè dall’ebraico “Dio è il mio giuramento”), Margherita (da intendersi come fiore) e Caterina (“purezza”).

Molto gettonati sono anche Marylin (Maria), Olivia (nome che gli esperti associano in qualche modo alla pace ed alla scienza), Vicky (Vittoria, “la vincitrice”), Grace e Nancy (“Grazia divina”).

I più coraggiosi poi si orientano verso nomi un po’ più originali e spesso intraducibili in italiano: da Alanis (“bellezza luminosa”) a Violet (Violetta, come il fiore), da Edith (cioè “la donna che lotta per ottenere la felicità”) a Godiva (ossia il “dono di Dio”), da Jamie (“fedele a Dio”) a Carrie (“libertà”) passando, da Meryl (cioè un “mare risplendente”) a Sheila (nome molto diffuso nonostante il significato non esattamente propizio di “cieca”. Esso dovrebbe essere riconosciuto forse come la versione inglese di Cecilia) passando ancora per Reese (“entusiasmo”) e Meredith (un antico nome celtico traducibile in qualcosa del tipo “colei che deve essere lodata”), da Brianna (“la collina forte”) e Kendra (“la campionessa”).

Nomi maschili inglesi

Nella sostanza per i maschietti il discorso non cambia; anche in questo caso infatti abbiamo una sfilza di nomi molto gettonati tutto sommato abbastanza tradizionali ed una carrellata di veri e propri appellativi a dir poco originali e spesso scelti dai vip per i loro pargoli.

Rientrano nella prima categoria David (Davide, ossia “il prediletto”), Sebastian (Sebastiano, “l’uomo illustre”), Michael (Michele, cioè “qualcuno che è come Dio”), Justin (Giustino, “l’uomo che è nel giusto”), Mark (Marco, “dedicato al dio Marte”), Robert (Roberto, cioè “colui che splende di gioia”), Harry (Enrico, “il dominatore”) ed Oliver (Oliviero, dal bizzarro significato di “esercito di folletti”).

Più originali e meno traducibili sono invece Craig (“la roccia”) ed Ethan (“la fermezza d’animo”).

Un suggerimento

Scegliere un nome straniero per il proprio pargolo in arrivo significa sicuramente differenziarlo dalla maggior parte delle persone che incontrerà nella sua vita. Per questo motivo ci si dovrà sempre orientare su soluzioni che siano piacevolmente originali ma che non finiscano per mettere in imbarazzo o svantaggiare il piccolino.

Pensiamo ad esempio al primo giorno di scuola: Maria, Luca, Serena ed altri impareranno facilmente a scrivere il loro nome. Elizabeth, Phoebe,  Sheila e  così via probabilmente avranno qualche problema in più dato che il meccanismo di lettura delle parole funziona in maniera diversa da una lingua all’altra. Insomma: per loro l’impatto con la scuola potrebbe essere un po’ traumatico.

Lo stesso dicasi con i nomi troppo complicati che il bambino o la bambina faticheranno a pronunciare bene o che molti adulti finiranno per storpiare.

Chiaramente poi vanno sempre tenuti in conto il suono (specialmente in combinazione con il cognome) ed il significato del nome.