Bambina con peluche abbraccia la mamma
21/01/2021

Oggetto transizionale: cos’è e a cosa serve per il tuo bambino

By MomCamp

Quasi tutti i bambini scelgono il loro amico del cuore dal quale non vogliono mai separarsi. Non si tratta di un compagno vero ma di un oggetto transizionale che sentono parte di loro in un certo momento della crescita.

Un pelouche, una copertina, un cuscino, tutto può catturare l’attenzione di un bimbo che si affeziona a quella cosa in particolare e non vuole mai abbandonare. La copertina di Linus è quel punto di riferimento che è sempre con lui quando ne ha bisogno. E’ una sorta di prolungamento della mamma, in special modo quando si avvicina l’ora della nanna.

Ma come mai quel dato oggetto rassicura e conforta così il bambino? Cerchiamo di capire che cos’è l’oggetto transizionale e a cosa serve.

A cosa serve l’oggetto transizionale

L’oggetto transizionale è stato individuato e poi studiato dal pediatra e psicoanalista Donald Winnicott. Secondo la sua teoria esso serve ad aiutare lo sviluppo e la crescita del piccolo che capisce in quel momento di essere un individuo diverso dalla mamma.

La vita in simbiosi con la madre è molto forte dalla nascita almeno fino all’inizio delle scuole. Il contatto con lei è rassicurante e nei momenti in cui non c’è lui trova il modo di percepirne l’odore e le emozioni in qualcosa che gliela ricorda.

Tutti i bambini sono circondati da un numero imprecisato di giochi e pupazzi ma soltanto uno diventa l’amico fidato da portare nel lettino, in vacanza e sempre con sé. Guai a scordarselo a casa se si resta fuori qualche giorno, perché i pianti potrebbero non finire mai.

Su quell’oggetto il bambino sfoga tutta la sua rabbia, la sua gioia e i suoi sentimenti: in genere lo coccola e si sente sereno ma può anche servirgli per liberare le sue paure e la sua aggressività.

L’oggetto transizionale all’inizio è percepito dai bambini come una parte di loro stessi poi crescendo si accorgono che è qualcosa di esterno ed elaborano questo passaggio in modo graduale.

La scelta di un compagno di vita inizia solitamente intorno ai 4-5 mesi di vita e il momento in cui il bimbo desidera qualcosa da stringere a sé è spesso quello della nanna quando sa che resterà solo. Dormire abbracciato al proprio oggetto preferito è rilassante per lui che sente meno la paura di essere lasciato solo.

Può capitare che il bambino non abbia un oggetto transizionale ma certamente avrà un altro punto di riferimento. Potrebbe trattarsi di una piccola luce in cameretta o di un gesto affettuoso che conosce lui soltanto che si ripete ogni sera, o una ninna nanna che lo rassicura.

Come si devono comportare i genitori

Mamma e papà che sanno qual è l’oggetto indispensabile al figlio per la sua tranquillità lo devono rispettare e non cercare di cambiarglielo con un altro. E non devono nemmeno fare in modo che lui lo abbandoni perché sarà lui stesso, con la crescita, a non avere più necessita del suo oggetto del cuore.

Si chiama transizionale proprio perché è presente nella vita del piccolo per un periodo di transizione, nel quale la sua presenza lo rafforza e lo rende consapevole. Probabilmente quell’amico immaginario ma reale avrà sempre un senso importante per lui, perché si è creato un legame di affetto speciale.

Come già spiegato l’oggetto transizionale serve per dare un senso alla separazione dalla madre e iniziare a considerare un rapporto con un altro essere che non è la mamma. E’ molto utile al bambino perché lo aiuta nel suo sviluppo psicologico.

Il progressivo allontanamento dall’oggetto avverrà spontaneamente e lentamente: di solito intorno ai sei anni, con l’inizio delle scuole, il bimbo si sente più autonomo e meno legato alle sue cose.