Part time post maternità: quali diritti?
I genitori che lavorano solo apparentemente hanno diritti uguali, una mamma lavoratrice ha molte più difficoltà nel far conciliare lavoro e famiglia di quante non ne abbia un uomo. Ma vediamo nel dettaglio alcuni aspetti legati a mondo del lavoro e famiglia.
Tempo ridotto e maternità
Lavorare o fare figli? Questa era fino a qualche anno fa la scelta obbligata per le donne perché troppo difficile era essere sia l’una che l’altra cosa specialmente perché nell’universo lavorativo la gravidanza era vista come un ostacolo insormontabile per l’azienda. Per fortuna oggi in Italia le donne possono scegliere di fare entrambe le cose e godono di diritti sia durante i nove mesi pre parto che dopo la maternità. Resta il fatto che conciliare lavoro e bebè non è facile e molto spesso la donna sceglie la strada del contratto part time cioè orario di lavoro ridotto e stipendio più basso.
I diritti di una mamma lavoratrice
Tra i diritti acquisiti c’è quello di avere il posto di lavoro fino al 1°anno di età del bambino e quello di chiedere di convertire il proprio contratto a tempo pieno in uno a tempo parziale: questo può essere richiesto una sola volta e il datore di lavoro non può rifiutare la proposta. Anche i lavoratori autonomi possono chiedere il congedo parentale, quest’ultimo è pagato al 30% dello stipendio, con il part time si guadagna qualcosa in più. Con l’introduzione del part time si è cercato di far conservare alle donne i propri posti di lavoro anche se si è allungata la possibilità di godere del congedo fino ai 12 anni del bambino. Anche la concessione del part time dovrà essere data dal datore di lavoro dando la precedenza ai genitori con figli conviventi di età inferiore ai 13 anni e/o ai genitori con figli diversamente abili. Chi opera nel settore del commercio può allo stesso modo presentare richiesta di part time ma non è del tutto obbligatorio per l’azienda concederlo. Nelle piccole ditte ad esempio il part time si può accordare a non più di un lavoratore, per questo non è sempre del tutto certo che la mamma che ne abbia fatto richiesta la veda accolta.
Part time
Il part time può essere orizzontale (ogni giorno orario ridotto), verticale (con giorni full time fissi in settimana e altri part time) o misto. Una mamma può non recarsi al lavoro per un massimo di 6 mesi fino al raggiungimento degli 8 anni del figlio. Se invece si lavora nel settore terziario una mamma assunta a tempo pieno indeterminato può chiedere il part time fino al 3°anno di età del bambino. La richiesta di passaggio a part time deve essere data con un preavviso di 60 giorni e deve contenere il periodo per il quale si richiede la riduzione dell’orario di lavoro. Passi avanti verso le mamme lavoratrici ne sono stati fatti molti, per fortuna le cose stanno andando meglio sotto questo aspetto però rimane pur vero che l’Italia è uno dei Paesi con il tasso di natalità più basso al mondo e questo dato deve fare riflettere. Fare figli significa riuscire ad allevarli e a crescerli e una donna può farlo bene dedicando ai bambini parte del suo tempo, e il restante al lavoro, un ottimo mix per la serenità!